“Mia premura è di parlare, coi vini, della terra da cui provengono, del clima e di tutti i “folletti” che li accompagnano. Intendo con questi ultimi le presenze minori, ma indimenticabili, come il timo e la salvia selvatica, il canto dei grilli, il fiore di garofano e le erbe aromatiche che circondano la presenza del viticoltore, le speranze riposte in una nuvola nell’estate torrida, l’orecchio teso al vento, la paura di una pioggia battente e di un’annata non riuscita.”